Panoramica dei mercati finanziari
Tabella delle fluttuazioni dei principali indici azionari
I rendimenti degli asset sotto rappresentati tengono conto del cambio valutario in €, in maniera tale che tutte le performance siano equamente rapportabili.
Tabella delle fluttuazioni dei principali asset non azionari
I rendimenti delle materie prime e delle cripto sotto rappresentati tengono conto del cambio valutario in €, in maniera tale che tutte le performance siano equamente rapportabili.
Possibili cause di una bolla e di un crollo dei mercati
Nei mercati finanziari l’ultimo trimestre ha evidenziato segnali di tensione: l’aspettativa di forti tagli dei tassi negli Stati Uniti ha alimentato rally speculativi, mentre le valutazioni azionarie restano elevate e il debito sovrano registra volatilità. Una combinazione di fattori può portare allo scoppio di una bolla e a un crollo generalizzato: il ritorno dell’inflazione con conseguente stretta monetaria, la delusione sugli utili generati dall’intelligenza artificiale (IA), lo stress del mercato obbligazionario e l’emergere di un evento cigno nero come un conflitto tra Cina e Taiwan.
Ritorno dell’inflazione e marcia indietro della Federal Reserve ➡️
Negli ultimi mesi la politica monetaria è stata dominata da aspettative di tagli aggressivi, tuttavia l’inflazione statunitense è rimasta oltre il 3%; alcuni economisti ritengono che il nuovo obiettivo implicito possa diventare il 3% invece del 2%. La Fed ha avviato un primo taglio ma ha messo in guardia contro il rischio di allentare troppo rapidamente, lasciando irrisolto il problema dell’inflazione e obbligando a una successiva inversione. La convergenza di tariffe commerciali e restrizioni sull’immigrazione sta spingendo al rialzo i prezzi di input manifatturieri, creando pressioni sulle aspettative di lungo periodo. Il crescente intervento politico nella definizione dei tassi è un fattore aggiuntivo.
Il governatore della Banca di Finlandia Olli Rehn ha avvertito che un indebolimento dell’indipendenza della Fed, dettato da pressioni presidenziali per tagliare i tassi, potrebbe far salire l’inflazione e avere ripercussioni globali. La combinazione di tagli prematuri e deficit fiscali può generare l’impressione che la banca centrale stia monetizzando il debito, portando i cosiddetti bond vigilantes a punire la spesa governativa vendendo titoli. In questo contesto, un ritorno dell’inflazione costringerebbe la Fed a fare marcia indietro sull’approccio accomodante, generando volatilità e sfiducia negli investitori.
Delusione sui ritorni dell’IA e possibili svalutazioni ➡️
La seconda grande fonte di vulnerabilità riguarda la divergenza tra l’entusiasmo per l’IA e i ritorni effettivi. Le grandi piattaforme hanno impegnato capitali senza precedenti per infrastrutture e modelli linguistici. La spesa in capitale dei colossi cloud (Amazon, Alphabet, Meta, Microsoft) è passata da meno di 100 miliardi di dollari a quasi 300 miliardi nel 2025. Proiezioni di Morgan Stanley e McKinsey stimano che gli investimenti cumulati in IA potrebbero raggiungere 3-5 trilioni di dollari entro il 2030. Nonostante la scala, il 95% delle imprese non ha ancora realizzato ritorni. Gli esperti parlano di un dilemma del prigioniero: ogni azienda teme di restare indietro e continua a investire nonostante utili deludenti. La crescente delusione è visibile anche nei risultati delle big tech: Salesforce ha visto il titolo crollare dopo aver previsto ricavi inferiori alle attese, segnalando che la monetizzazione della sua piattaforma Agentforce richiederà più tempo.
Un articolo del Guardian mette in risalto la sproporzione tra investimenti e ricavi: entro fine 2025 l’industria avrà investito 717 miliardi di dollari in IA generativa, mentre le vendite di licenze LLM sono state circa 1 miliardo nel 2023 e 4 miliardi nel 2024. Queste discrepanze potrebbero emergere con forza se gli investitori iniziassero a chiedere rendimenti concreti: grandi progetti come data center e supercomputer (Stargate, Prometheus, Colossus) diventerebbero «beni erosi» simili alla bolla delle telecomunicazioni degli anni ’90. Qualora gli utili non giustificassero i costi, si potrebbero registrare svalutazioni e write off massicci, innescando un’uscita precipitosa dagli asset tech e trascinando l’indice S&P 500, oggi fortemente concentrato nelle «Magnifiche sette» dell’IA.
Crollo del mercato obbligazionario e spillover sull’azionario ➡️
Il mercato dei titoli di Stato è il barometro della stabilità finanziaria. Nelle ultime settimane i rendimenti a lunga scadenza negli Stati Uniti e in Europa hanno toccato massimi pluriennali: i titoli decennali statunitensi hanno superato il 4,26% e i trentennali i massimi da metà luglio. Parallelamente, in Europa, i rendimenti dei titoli trentennali di Francia e Germania sono saliti al livello più alto in 16 anni e quelli britannici al livello più alto dal 1998. Questo improvviso irripidimento delle curve riflette preoccupazioni per la sostenibilità fiscale, la pressione politica sulla Fed e l’aumento del premio per il rischio di inflazione.Un tale stress nel comparto obbligazionario comporta due rischi.
Primo, l’effetto di sostituzione: rendimenti più elevati rendono i bond più attraenti rispetto alle azioni, spingendo gli investitori a ridurre l’esposizione azionaria e provocando ribassi. In agosto 2025 gli strategist di mercato hanno notato che il sell off sui bond stava iniziando a scuotere i listini: l’indice S&P 500 e l’Euro Stoxx sono scesi mentre il VIX (indice della volatilità) è schizzato. Secondo Bill Campbell di DoubleLine, stiamo vedendo «le prime crepe nella diga»; l’eccessivo ottimismo potrebbe trasformarsi in una svendita disordinata se il mercato si rendesse conto che la Fed non può ignorare i rischi fiscali e inflattivi.
Secondo, l’effetto contagio via credito. Gli spread del credito investment grade statunitense sono vicini ai minimi dal 1998; ciò indica che gli investitori non stanno prezzando adeguatamente i rischi di recessione. Storicamente, i mercati del credito anticipano le correzioni azionarie. L’ampia liquidità e la caccia ai rendimenti hanno compresso gli spread, ma gli operatori stanno iniziando a coprire il rischio di credito. Un ampliamento improvviso degli spread, legato ad esempio a fllimenti aziendali o a un balzo dei tassi, potrebbe indurre vendite forzate e un effetto domino sull’equity. Il pericolo è accentuato dalla crescita dei fondi quantitativi e delle strategie “risk parity”, che potrebbero ridurre rapidamente le posizioni se la volatilità balzasse.
Cigno nero: Cina invade Taiwan ➡️
La possibilità, pur remota, di un conflitto cinese su Taiwan rappresenta un rischio sistemico. A maggio 2025 gli investitori hanno iniziato a coprire tale scenario; le probabilità di un’invasione riportate sul mercato predittivo Polymarket sono salite al 12%. Il gestore Steve Lawrence ha affermato che un eventuale attacco renderebbe la decisione di investimento “binaria”: restare esposti sopportando volatilità estrema o uscire completamente. La Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) è il “gioiello della corona” e l’epicentro della catena globale dei semiconduttori; gli investitori stranieri hanno ritirato quasi 11 miliardi di dollari dalle azioni taiwanesi di fronte a tariffe e tensioni.
Un’invasione provocherebbe uno shock dell’offerta globale di chip, con ripercussioni su elettronica, auto e settori ad alta intensità tecnologica. La vulnerabilità dell’Asia Pacifico trascinerebbe l’intero mercato azionario mondiale; in particolare, la dipendenza degli Stati Uniti e dell’Europa da TSMC esporrebbe i listini a un calo significativo. Inoltre, il rischio geopolitico comporterebbe una corsa ai beni rifugio (oro, dollaro) e un aumento dei costi di finanziamento per le economie già indebitate. Le catene logistiche sarebbero sconvolte, rendendo l’inflazione più persistente e complicando la politica monetaria.
Conclusione ➡️
L’attuale rally azionario si fonda su presupposti ottimistici: la discesa controllata dell’inflazione, la rapida monetizzazione dell’IA e una stabilità finanziaria sostenuta dai tassi bassi. Tuttavia, gli indicatori discussi suggeriscono che questi presupposti potrebbero essere fragili:
- Rischio macro: l’inflazione potrebbe tornare a salire a causa di tariffe, spese fiscali e salari, costringendo la Fed a invertire la rotta e aumentando i costi del capitale.
- Rischio tecnologico: gli enormi investimenti nell’IA non sono ancora sostenuti da ricavi; se le aspettative di crescita si ridimensionassero, potremmo assistere a svalutazioni e a un brusco repricing delle azioni tech.
- Rischio finanziario: un crollo del mercato obbligazionario, causato da deficit insostenibili o perdita di fiducia nella Fed, avrebbe un effetto a cascata sull’azionario e sul credito.
- Rischio geopolitico: l’eventualità di un conflitto tra Cina e Taiwan, pur bassa, rappresenta un cigno nero capace di azzerare i vantaggi dell’attuale ciclo e provocare uno shock globale.
Prospettive settoriali per le trimestrali del Q3 2025
Il contesto macroeconomico è scandito dall’inflazione moderata, dalle tensioni commerciali e dalla prospettiva di ulteriori tagli dei tassi USA nei prossimi due FOMC del 2025. La narrativa dominante continua a essere l’intelligenza artificiale e la conseguente corsa all’energia per alimentare data center. Molti analisti sottolineano che la crescita sarà concentrata nei colossi tecnologici e nei grandi istituti finanziari, mentre altri comparti saranno penalizzati dall’aumento delle tariffe doganali e dal rallentamento della domanda globale. Di seguito si analizzano i singoli settori dell’S&P 500, attribuendo un punteggio da 1 a 10 sulla probabilità di sovraperformare il mercato nel trimestre (10 = massima probabilità).
Information Technology ➡️
- Crescita prevista più alta dell’indice: FactSet stima un aumento degli utili di circa 20,9 % con una crescita dei ricavi del 14,2 %. Tutte le industrie del settore dovrebbero registrare crescita, in particolare i semiconduttori (+45 %).
- Revisioni al rialzo e guidance: la tecnologia ha registrato il maggior incremento di utili attesi dall’inizio del trimestre; l’80 % delle società ha visto salire la propria stima di EPS. La domanda legata all’IA e ai servizi cloud resta robusta.
- Rischi: valutazioni elevate (P/E forward ~30,7), rischio regolatorio su dati/AI e possibili tariffe su hardware.
- Score 9/10: è il settore con la migliore traiettoria di crescita e le revisioni più positive, supportato dalla rivoluzione IA e dalla resilienza dei servizi software. Il rischio di sopravalutazione, i rischi geopolitici e la concentrazione su pochi titoli sono i principali punti di attenzione.
Utilities ➡️
- Seconda crescita più elevata: utili attesi in aumento del 17,9 % e ricavi +9–15 % a seconda del segmento. Il settore beneficia della forte domanda di elettricità per data center e dell’espansione di capacità rinnovabile; NRG Energy è il maggior contributore di crescita.
- Dettagli settoriali: tutte le industrie (independent power, electric, gas, multi utilities, acqua) mostrano espansione. Le società firmano contratti a lungo termine con i giganti tecnologici per fornire energia (anche nucleare), garantendo ricavi stabili.
- Rischi: elevata esposizione ai tassi d’interesse e valutazioni relativamente alte; l’aumento dei costi energetici potrebbe limitare l’autorizzazione regolatoria agli aumenti tariffari.
- Score: 7/10: la domanda strutturale di elettricità e i contratti legati all’IA offrono una solida base; il profilo difensivo può risultare attraente in un contesto di volatilità. Tuttavia, la sensibilità ai tassi e l’espansione di capacità già scontata nei prezzi limitano il potenziale di sovraperformance.
Materials ➡️
- Crescita degli utili stimata al 13,9 % con ricavi moderatamente in aumento grazie a tre su quattro industrie che dovrebbero registrare crescita: packaging, metalli/miniere e materiali da costruzione.
- Revisioni negative: nonostante la crescita, il settore ha subito la seconda maggiore riduzione di EPS attesi (-4,6 %) a causa di società chimiche come Dow.
- Rischi macro: domanda legata alle costruzioni e all’industria manifatturiera globale potrebbe indebolirsi per l’impatto dei dazi; la Cina rappresenta un’importante incognita.
- Score: 6/10: la crescita prevista è robusta, ma le revisioni al ribasso e la dipendenza da cicli economici globali rendono il comparto più volatile. Potenziale di upside moderato legato alla forza delle infrastrutture e alla transizione energetica.
Financials ➡️
- Earnings in rialzo dell’11,5 %: tutti i cinque segmenti (banche, servizi finanziari, mercati dei capitali, assicurazioni, consumer finance) dovrebbero crescere.
- Revisioni positive: il settore ha registrato la seconda maggiore revisione al rialzo, con EPS atteso in crescita del 3,6 % rispetto a inizio trimestre. Finimize segnala stime di crescita utili +11 % grazie all’espansione della domanda di prestiti e a costi del credito contenuti.
- Macro driver: margini d’interesse elevati per tassi ancora alti e potenziale allentamento regolatorio.
- Rischi: rallentamento economico, rialzo delle insolvenze e concorrenza da fintech; la volatilità dei mercati può spingere i ricavi da trading ma anche accrescere la sensibilità al sentiment.
- Score: 7/10: l’espansione dei margini e i segnali di credito stabile offrono un contesto favorevole. La vulnerabilità a un rallentamento ciclico e l’esposizione a eventuali norme più severe ne limitano però la capacità di sovraperformare in modo marcato.
Communication Services ➡️
- Crescita utili modesta (circa +3,2 %), ma le revisioni sono tra le più elevate. I ricavi sono attesi in aumento dell’8,4 % grazie alla forza di pubblicità digitale, streaming e servizi wireless.
- Leader della crescita: i segmenti media interattivi e servizi wireless sosterranno il settore. Le piattaforme integrate con l’IA stanno creando nuovi flussi di ricavi.
- Rischio finanziario: regolamentazione antitrust e stanchezza degli utenti sui servizi premium; la spesa pubblicitaria può rallentare se la crescita globale si indebolisce.
- Score: 6/10: il settore dovrebbe registrare crescita dei ricavi e revisioni positive, ma la volatilità legata alla pubblicità e la sorveglianza regolatoria limitano il potenziale di sovraperformance.
Health Care ➡️
- Utili quasi stabili: crescita prevista dello 0,1 % con un calo delle stime del -6,7 % durante l’estate. Le revisioni negative sono dovute a grandi gruppi assicurativi come UnitedHealth e Centene.
- Ricavi in crescita dell’8 % grazie a espansione dei servizi sanitari, apparecchiature e farmaceutica.
- Net profit margin: atteso in calo, inferiore alla media a 5 anni.
- Rischi e opportunità: spesa sanitaria relativamente difensiva, ma il settore è sotto pressione per i costi e per le politiche su farmaci e assicurazioni; la rivoluzione dell’IA applicata alla diagnostica potrebbe creare opportunità.
- Score: 5/10: la forte crescita dei ricavi è mitigata dalla quasi stagnazione degli utili e dalle revisioni negative. Il settore rimane difensivo ma potrebbe sottoperformare rispetto ai comparti più dinamici.
Consumer Discretionary ➡️
- Le stime FactSet non forniscono un dato unico per il settore, ma gli analisti segnalano una revisione al rialzo degli utili per l’anno (CY 2025) di circa +2,9 %.
- La domanda dei consumatori è moderata: il mercato del lavoro sta rallentando e i dazi sui beni importati pesano sulla spesa; tuttavia, le famiglie continuano a spendere in esperienze e servizi.
- Rischi: tariffe elevate e riduzione del potere d’acquisto possono comprimere la domanda, mentre i margini sono sotto pressione per i costi salariali.
- Score: 5/10: la crescita potenziale esiste grazie a colossi come Amazon, ma le pressioni su consumi discrezionali legate a tariffe e rallentamento del lavoro riducono la probabilità di sovraperformance.
Consumer Staples ➡️
- Utili in calo del 3,1 %: il principale freno è l’industria alimentare ( 22 %); solo i segmenti tabacco e distribuzione al dettaglio mostrano crescita.
- Margine netto stabile al 6,4 %, pari alla media quinquennale.
- Rischi: aumento dei costi delle materie prime e compressione del potere d’acquisto; le aziende stanno alzando i prezzi ma rischiano di erodere i volumi.
- Score: 4/10: comparto difensivo con utili in contrazione; è improbabile che sovraperformi in un trimestre in cui altri settori offrono maggiore crescita.
Energy ➡️
- Unico settore con utili in calo più marcato: la stima è di –4,0 % per gli utili e –2,8 % per i ricavi.
- La contrazione riflette il confronto con il 2024, quando i prezzi del petrolio erano molto più alti; il prezzo medio del greggio nel trimestre ($64,97) è stato inferiore del 15 % rispetto all’anno precedente.
- I segmenti di raffinazione e stoccaggio sono gli unici a prevedere crescita (55 % e 23 %).
- Score: 4/10: il calo dei prezzi dell’energia e le prospettive di utili negativi limitano la possibilità di sovraperformance. Solo raffinerie e società di trasporto potrebbero offrire sorprese positive.
Industrials ➡️
- FactSet non presenta un dato univoco per gli industriali, ma i segmenti dipendono fortemente dalla domanda ciclica globale. Le revisioni alle stime sono state ridotte a causa di rischi tariffari e rallentamento del settore manifatturiero.
- Il comparto è sensibile agli investimenti pubblici (infrastrutture) e alla spesa in aerospazio e difesa; la spinta dell’IA aiuta l’automazione e la logistica.
- Score: 5/10: il settore può beneficiare di spesa infrastrutturale e domanda di difesa, ma rimane vulnerabile alle tariffe e a un rallentamento globale; quindi, è improbabile un’ampia sovraperformance.
Real Estate ➡️
- Le società immobiliari sono penalizzate dal contesto di tassi elevati, che fanno crescere i costi di finanziamento. FactSet prevede un calo della redditività (margine netto in diminuzione a 34,1 % vs 35,2 % l’anno precedente).
- La domanda di uffici rimane debole per lo smart working, mentre il residenziale beneficia di una carenza di offerta.
- Opportunità: eventuali tagli dei tassi nel 2025 potrebbero ridurre il costo del capitale e stimolare investimenti; la domanda di logistica legata all’e commerce e dei data center offre nicchie di crescita.
- Score: 4/10: il contesto di tassi alti continua a pesare sul settore; solo un taglio deciso dei tassi o la crescita di nicchie come logistica e data center potrebbero generare sovraperformance.
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